giovedì 11 giugno 2009

Apple, ancora think different

Riporto un mio articolo pubblicato oggi su Punto-Informatico

Lo slogan "Think Different", coniato dopo il ritorno di Jobs, e che ha segnato la ripresa di Apple dal 1998 ad oggi, è ormai passato di moda, sostituito dall'altrettanto azzeccata campagna Get a Mac, i cui primi episodi risalgono ormai al 2006.

In realtà, mentre a keynote appena concluso stavo scaricando il nuovo Safari 4.0 (download molto lento, forse a causa dell'alto numeri di accessi ai server Apple), constatavo che per certi aspetti "Think Different" potrebbe essere più che mai attuale. Mentre la concorrenza si affanna solitamente a dare anticipazioni su nuovi modelli hardware, Apple è solita tenere tutto segreto fino al momento dell'ucita, o poco prima. Certo, non esiste una regola ufficiale per questo comportamento: l'iPhone OS 3.0 è stato presentato con un evento ad-hod diversi mesi fa, e anche il primo iPhone fu presentato al pubblico 6 mesi prima del lancio; andando più indietro negli anni possiamo anche ricordare la public beta della prima versione di Mac OS X, rilasciata quasi per "obbligo" verso i propri utenti, visto che il nuovo sistema stava accumulando ritardi.

In ogni caso, escludendo gli eventi particolari che servono a tenere alto l'interesse solo quando necessario (soprattutto quello degli sviluppatori, che non posso trovarsi di punto in bianco di fronte ad un nuovo sistema), Apple è solita mantenere un certo alone di segretezza verso le proprie novità hardware, e l'ha fatto anche stavolta. Pochissimi (per non dire nessuno) avrebbero scommesso sul rinnovo della linea dei MacBook Pro, e per quanto riguarda l'iPhone, nonostante il suo annuncio fosse quasi certo, va comunque sottolineato che al momento attuale non c'è nessuna specifica tecnica ufficiale che faccia luce sul processore adottato (anche se è molto probabile che si tratti del Samsung S5PC100, versione "maggiorata" del processore attuale con architettura ARM Cortex A8, e velocità fino a 833MHz).
Think Different quindi, perché Apple è un'azienda che riesce ancora a sorprendere, sia in positivo che in negativo. Aveva sorpreso in negativo con la decisione di eliminare la Firewire dal MacBook, e sorprende in positivo il suo reintegro nella nuova versione del MacBook unibody da 13", che per l'occasione conquista la desinenza "Pro" (anche se per per molti, me compreso, non è una sorpresa vera e propria, visto il disappunto suscitato dalla precedente eliminazione).

Lascia un po' perplessi l'adozione del jack unico per l'in/out audio, sempre sul MacBook Pro da 13", anche se ad essere sinceri ammetto di non aver mai usato né l'uno né l'altro. Soprende anche l'adozione degli slot SD sui modelli da 13" e 15" (in quest'ultimo a rimpiazzare lo slot Express Card): ben vengano, visto che possono essere più utili dello slot di espansione (anche questo non l'ho mai usato), ma fa un po' specie vedere che per avere qualcosa in più, qualcosa che su molti PC non-Apple è presente da diversi anni, sia necessario sacrificare qualcos'altro, anche se questo ha portato ad un piccolo taglio di prezzi.

Sono sfaccettature diverse di una stessa Apple, che a volte pensa diversamente "al suo interno", contraddicendo alcune scelte passate e proponendo al suoi utenti qualcosa che non è necessariamente nuovo, ma è diverso da com'era prima (e tanto basta, a volte, a livello di marketing, per suscitare entusiasmo). E mentre tutti corrono verso i netbook, Apple ha la volontà e la forza di stare ancora a guardare, perché se la tipologia di prodotto non la convince preferisce aspettare, rinnovare l'Air (che non è poi molto più grosso delle ultime generazione di Netbook, che vanno verso i display da 12") e pensare magari a qualcosa che sia realmente nuovo e "diverso": il segmento dei MacBook è rimasto con un unico rappresentante che, sebbene rinnovato qualche settimana fa, è pur sempre un modello vecchio...

Forse ad ottobre vedremo uno Steve Jobs in piena forma, che insieme ai nuovi iPod Touch (e, perché no, una nuova Apple TV con un iTunes Store "Europeo" in grado di portare i film anche in Italia), ci mostrerà anche la sua idea di netbook, qualcosa di "diverso" dai netbook attuali, perché sotto sotto Apple è ancora Think Different. Ho parlato di ottobre perché a settembre ci sarà già molta carne al fuoco: Snow Leopard (che finalmente è stato presentato in tutte le sue nuove funzioni) sarà pronto a sfidare il nuovo Windows 7, e anche qui si può notare come Apple si comporti in maniera opposta rispetto al proprio antagonista (se di antagonista di può parlare, vista la disparità delle quote di mercato).

La casa della mela si appresta a rilasciare la settima major release di Mac OS X, e lo fa tagliando in maniera decisa i ponti col passato: Snow Leopard sarà solo per Intel, scelta in parte dolorosa ma comunque obbligata, visto che l'intenzione dichiarata è quella di portare ai massimi livelli l'ottimizzazione del codice e lo sfruttamento delle architetture disponibili, un'operazione fattibile solo se si decide di supportare un numero limitato di configurazioni hardware (cosa quasi impossibile da attuare per Microsoft).

Infine, a settembre, si chiuderà il primo trimestre fiscale di vendite con il nuovo iPhone 3GS. Se qualcuno mi chiedesse un parere su come andranno le vendite, gli direi "benissimo": le nuove funzioni del telefono e del firmware 3.0 sono in grado sia di conquistare nuovi utenti, sia di convincere molti utenti del primo modello a passare ad un nuovo iPhone; inoltre non dimentichiamo che resterà in vendita anche il modello attuale a prezzo ribassato, contribuendo a realizzare ulteriori vendite.

Nonostante ciò sono più che sicuro che le critiche verso il nuovo iPhone e relativo firmware non mancheranno, perché Apple va controcorrente, a costo di fare scelte impopolari per alcuni (sto pensando al non-multitasking delle applicazioni), e a costo di ripensarci al successivo aggiornamento. Sono comportamenti che rientrano nelle logiche di mercato, ed Apple riguardo iPhone sta dimostrando di saper giocare le sue carte nel modo migliore. Dopotutto, pur con i suoi difetti, iPhone ha dato il via ad un nuovo modo di utilizzare il telefono (se così vogliamo chiamarlo) e la riprova sta nel fatto che in un modo o nell'altro tutti stanno seguendo la stessa strada, a partire dagli infiniti cloni dell'AppStore nati nei mesi scorsi.

Eppure, in mezzo a tutti questi cloni, che a volte possono anche proporre qualcosa di migliore, i prodotti della mela sono sempre in grado di distinguersi, perché nello spirito di Apple c'è sempre quell'idea di "Think Different" che (nel bene e nel male) li caratterizza.

1 commento:

  1. Concordo, il tuo articolo oltre ad essere scritto bene, dice cose sensate. Purtroppo qualunque cosa riguardi la mela su P.I. porta solo flame. Apple ha nel suo DNA lo slogan "think different" e ha una grande capacità, che non è comune alle persone né tantomeno alle aziende. Riconosce (non sempre però) i propri errori, e non ha paura di tornare sui propri passi.

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