venerdì 18 febbraio 2011

Repetita Iuvant

Visto che l'ho già spiegato tante volte in diversi forum (nonché su queste pagine parlando dei "falsi miti" che ruotano intorno ad Apple) però mi capita sovente di leggere discussioni in merito all'argomento dei prezzi USA-Italia (non solo riguardo i prodotti Apple, ma anche parlando di altre marche, come nel caso del Motorola Xoom), vorrei affrontare la questione per l'ennesima volta, sperando che a furia di ripeterlo possa essere sempre più comprensibile.
Prima di tutto i numeri: quello che tutti si dimenticano è che quando viene citato un prezzo USA, si parla di un prezzo senza VAT (l'equivalente della nostra IVA) perché questa è variabile di stato in stato e quindi il prezzo finale all'utente cambia in relazione a dove risiede l'acquirente. Moltiplicate il prezzo USA per 1,2 e gli avrete aggiunto l'IVA italiana... ma non basta, perché ci sarebbero da aggiungere (a seconda dei casi) balzelli SIAE, tasse di sdoganamento, e quant'altro... In realtà il confronto reale andrebbe fatto togliendo tutte le tasse per vedere quanto il prezzo italiano (senza tasse) si discosta del prezzo americano... tutto questo senza considerare la fluttuazione del cambio: 5 centesimi di fluttuazione fanno 50 Euro su un prodotto che ne costa 1000.
Abbandonando i conti percebilbili dall'utente si entra poi in un labirinto di numerose altre variabili, che vanno dai costi affrontati per vendere un prodotto in USA piuttosto che in Europa, ai margini di guadagno rapportati ai volumi di vendita, passando per le diverse tipologie di mercato e i diversi costi delle strutture nei vari paesi. Parlando di Apple, se guardiamo agli ultimi risultati fiscali scopriamo che quasi il 35% del fatturato arriva dagli USA, vendendo un prodotto uguale in tutti gli stati americani. In Europa, per fare il 27% del fatturato, Apple deve localizzare i suoi prodotti in una trentina di lingue, fare i conti con le leggi di 30 paesi diversi. Costi a parte, anche le abitudini dei consumatori sono differenti, e non è un mistero che i cittadini americani sono propensi al consumo, a costo di indebitarsi a vita, mentre gli europei (a parte qualche eccezione) sono più dediti al risparmio, soprattutto in Italia (nonostante tutti gli altri malanni).
Con questo non voglio certo "giustificare" Apple o le altre aziende per vendere i loro prodotti a quello che "apparentemente" sembra un rapporto di 1:1 col dollaro, ma voglio semplicemente far notare che le cose non stanno esattamente come potrebbero sembrare, e che per fissare i prezzi ci sono molti motivi legati più alle logiche di mercato che non al banale cambio Euro/Dollaro. Ovvio che se poi capita di poter acquistare negli USA (o in un altro paese dove le condizioni sono più favorevoli) ben venga...

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