lunedì 23 gennaio 2012

Cinque anni di Apple [quarta parte: gli Investimenti]

Prosegue con l'analisi degli investimenti la pubblicazione del mio articolo di Punto-Informatico.

Investimenti
I dati sugli investimenti sono quelli sui quali ci possiamo sbizzarrire di più. Riguardo questo dato, i giudizi su Apple si dividono solitamente in due categorie: la prima, guardando solo alla percentuale degli investimenti, dice che Apple investe sempre meno, cosa che non le farebbe onore visto che si presenta al mondo come azienda innovatrice; la seconda categoria, guardando solo ai numeri assoluti, sostiene invece che investe troppo e può permettersi di farlo perché, sfruttando la manodopera dei paesi a basso costo, ha più soldi da investire.

gli investimenti di apple in assoluto e in percentuale

Personalmente mi sento di dissentire da entrambe queste posizioni per vari motivi, in particolare dalla prima. Se è vero che Apple investe una percentuale sempre più bassa del proprio fatturato in ricerca e sviluppo, è anche vero che il fatturato è praticamente quadruplicato negli ultimi cinque anni quindi, in termini assoluti, gli investimenti sono comunque aumentati. Dai 792 milioni di dollari del 2007 si è arrivati ai 2,381 miliardi di dollari del 2011: nel quinquennio preso in esame gli investimenti sono triplicati, il che fa cadere la tesi che Apple stia riducendo gli investimenti.

gli investimenti di apple in assoluto e in percentuale

Detto questo, fare un confronto con le aziende concorrenti diventa un po' difficile perché, come detto sopra, non esiste un'altra azienda che abbia il controllo completo su hardware (inclusi i processori, parlando dei dispositivi iOS di Apple), software (in particolare i sistemi operativi iOS e OS X), e servizi (da iTunes Store alla catena di negozi veri e propri, gli Apple Store). Chi produce hardware (come Samsung, Nokia o HTC) utilizza il sistema operativo di altri (Android di Google o Windows Phone di Microsoft) e magari si propone sul mercato con linee di prodotto differenti (Nokia produce anche telefoni da 50 Euro). Viceversa chi sviluppa il sistema operativo (per l'appunto Microsoft o Google) non produce hardware ma vende licenze agli altri, senza contare alcuni paradossi per cui Microsoft guadagna più dalle vendite di Android (per questioni di royalty su alcuni brevetti) che dalle vendite del proprio sistema. Sul fronte dei servizi la situazione è ancora più confusa, sia come negozi di musica e applicazioni, sia come negozi dedicati: Apple, con la sua "chiusura" detiene l'esclusiva nella vendita di software per iOS, condizione non gradita a molti ma che le consente da un lato di controllare cosa verrà installato sui propri dispositivi (e quindi, per certi versi, la cosiddetta "esperienza utente") e dall'altro di fare cassa per i suoi investimenti.

Per portare avanti questa politica di integrazione tra hardware, software e servizi, Apple si ritrova a dover investire su più fronti, con due differenti sistemi operativi e quattro diverse linee di prodotto, e questo giustifica l'entità assoluta degli investimenti. Inoltre la società di Cupertino fattura oltre un miliardo e mezzo di dollari dalle vendite su iTunes, un servizio che nessun altro produttore di hardware può vantare, non perlomeno con questo ordine di grandezza, e che porta ulteriori utili che possono essere investiti in ricerca e sviluppo. Se il fatto di investire di più fosse legato solamente ai maggiori margini ottenuti con la manodopera a basso costo dell'assemblaggio, ci sarebbero molte altre aziende nella stessa identica posizione, e probabilmente ci sono: ma investono in modo diverso e in direzioni diverse.

Al di là di tutto, pochi o tanti che siano, bisogna riconoscere che uno dei pregi di Apple è quello di riuscire a focalizzare i propri sforzi in direzioni ben precise, senza disperdere troppe risorse in progetti che non possono avere futuro. Tanto per fare un esempio, l'idea di iPhone con schermo multitouch nacque in un tempo relativamente breve da un altro progetto interno che puntava alla realizzazione di un tablet (iPhone fu una sorta di "campo di prova" per della realizzazione di iPad) e comportò l'immediato abbandono di uno studio che mirava a dotare il classico iPod con ghiera di capacità telefoniche. Non si discusse di diversi modelli e non si prese nemmeno in considerazione l'idea di aggiungere una tastiera fisica: iPhone era ed è uno solo, ogni anno c'è un nuovo modello sempre con la medesima proporzione e risoluzione dello schermo (ci fu solo un "preciso" raddoppio con l'introduzione del Retina display) e con un unico pulsante che non permette ambiguità di gestione tra vari modelli o tra le diverse applicazioni. Focalizzare gli sforzi in un'unica direzione evita di disperdere risorse, e anche se quando si è prossimi alla fine è necessario reinventare tutto perché il prodotto non convince (in Apple si è fatto spesso anche questo) lo sforzo rimane comunque unico, indirizzato su un solo prodotto. Certo, non è una strategia esente da difetti, e Apple ha preso anch'essa diverse cantonate ma le performance globali degli ultimi anni ci lasciano quantomeno supporre che gli investimenti in ricerca e sviluppo della Mela abbiano prodotto risultati migliori rispetto alla maggior parte degli concorrenti.

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