mercoledì 25 aprile 2012

Interfacce, questione di convergenze e divergenze [3/3]

In attesa dell'analisi sui dati fiscali pubblicati ieri, ecco la terza e ultima parte del mio commento sull'evoluzione delle interfacce (pubblicato su Punto-Informatico):

Parallelamente a quanto visto finora, non dobbiamo dimenticarci di Android: nel confronto con Apple e Microsoft, Google si pone in un contesto completamente differente, sia perché non ha alcuna tradizione nel mondo dei computer (ad eccezione dei ChromeBook che non sono stati propriamente un successo), sia perché con Android ha abbracciato la filosofia open source, a parte la breve parentesi della versione 3. Partendo da zero Google non ha alcun preconcetto sull'interfaccia utente, anche se finora non ha dato grandi prove nella proposta di soluzioni innovative (a differenza dell'interfaccia a piastrelle di Microsoft, più o meno piacevole, più o meno adatta alle diverse situazioni, e più o meno limitata in alcune funzioni, ma comunque originale). Da un po' di tempo a questa parte si parla di portatili basati su Android, anche se personalmente trovo che questo sistema sia adatto solo in prospettiva di macchine con schermo touch rimovibile, in grado di vivere di vita propria come un tablet.

La natura open source di Android ha poi permesso a Canonical di realizzare una sorta dicomputer tascabile ovvero di sfruttare uno smartphone collegato ad un dock con monitor, tastiera e mouse, come se fosse un semplice computer desktop, ma non credo che Google voglia seguire esattamente quella strada. Google punta probabilmente ad offrire Android come sistema adatto anche a piccoli portatili dedicati a compiti relativamente semplici: il fatto che sia open source permette (potenzialmente) a chiunque di modificare l'interfaccia creando qualcosa che sia utilizzabile agevolmente anche su un normale computer, eventualmente anche senza la necessità di uno schermo touch. Sotto certi aspetti è una soluzione ottimale, ma in realtà andrebbe ad incrementare ulteriormente il livello di frammentazione software di questo sistema: ulteriori risoluzioni da gestire, ulteriore variabilità dell'hardware e (soprattutto) modalità di interazione ancora diverse per le applicazioni.

Un'applicazione che richiede una gesture multitouch non potrà essere utilizzata col mouse, mentre un'applicazione che necessiti di un click preciso eseguito tramite il puntatore del mouse sarà poco utilizzabile in modalità touch. Si tratta di un problema simile a quanto già evidenziato per Windows 8, solo che Microsoft prevede entrambi gli ambienti come standard e applicazioni differenti per le diverse situazioni, mentre su Android non esiste un vero e proprio standard in tal senso: ogni produttore potrebbe personalizzare l'interfaccia in base a quello che vuole realizzare, e ogni sviluppatore si potrebbe trovare nella situazione di dover adattare la propria applicazione a troppe varianti. Riallacciandoci a quanto detto in apertura, Apple bypassa questo problema tenendo ancora i due sistemi separati e obbligando adattamenti dell'interfaccia quando le applicazioni di OSX passano in modalità a schermo pieno: il punto d'unione rimane invece la modalità di interazione multitouch che, nel caso di OSX, avviene attraverso il trackpad.

Per chiudere il discorso Android, va infine ricordato che la sua caratteristica open source ha aperto la possibilità di realizzare dei player in grado di far funzionare le applicazioni Android su Windows 7 (e quindi Windows 8), possibilità che, al di là dei consueti discorsi sui diversi modi di interagire nei due mondi, non è ancora ben chiaro a chi dovrebbe portare vantaggi: se possa essere un bene per l'Android Market Google Play, forse non sarà un bene per la diffusione di Android sui tablet, anche se stiamo facendo delle ipotesi su un mercato (se mercato c'è) che è ancora tutto da scoprire.

In definitiva lo scenario attuale e del prossimo futuro prevede:
- Apple che propone due diversi sistemi (iOS e OSX), con modalità di interazione simili ma scopi di utilizzo ben distinti e applicazioni specifiche per i due diversi ambienti (il che significa anche doppio guadagno per Apple); entrambi gli ambienti sono completamente chiusi, con hardware proprietario, OS proprietario, e App Store che, nel caso di iOS, è anch'esso proprietario (per OSX invece il software può comunque provenire anche da altri canali).

L'ecosistema della soluzione Apple, nella sua chiusura, offre meno possibilità di scelta hardware e meno libertà di azione ma, finché si resta al suo interno, ha il vantaggio di risultare più semplice e immediato nell'utilizzo. Inoltre, parlando di iOS e di tablet (dispositivo su cui tutti sembrano voler puntare per il mercato consumer del futuro), c'è il vantaggio di una scelta di App molto più variegata, e il modello di distribuzione del software adottato per iOS potrebbe portare benificio anche al Mac App Store (cosa che in parte sta già accadendo). Parlando di mercato consumer, di chi non ha particolari esigenze su tipologie di software eventualmente non ammesse sull'App Store, o di chi più in generale non ha tempo e voglia per smanettare (jailbreak a parte), la soluzione di Apple potrebbe essere quella più indicata.

- Microsoft proporrà invece un unico sistema (Windows 8) che racchiude due modalità di interazione completamente diverse (le tiles di metro e il classico ambiente desktop) ma disponibili contemporaneamente sulla stessa macchina, sia su PC che tablet, ma con applicazioni ben distinte per le due modalità dell'interfaccia. Anche il sistema Microsoft è chiuso ma ha il vantaggio di girare su più hardware e quindi offrire maggiore possibilità di scelta. La soluzione Microsoft ha inoltre il potenziale vantaggio di unificare diverse tipologie di macchine e quindi potrà garantire a quei professionisti che utilizzano determinati software, disponibili solo per Windows, di poter utilizzare lo stesso software anche su un tablet. Ammesso e non concesso che sia usabile a livello di interfaccia (se non viene adattato a Metro) e con eventuali limiti legati alle possibili differenti architetture (Intel o ARM).

- Google offre la massima libertà proponendo un unico sistema con un'unica interfaccia che può essere personalizzata a piacere e presentare molte differenze a seconda di chi produce l'hardware, senza nessuno standard che definisca dei punti chiave nel caso di utilizzo in modalità desktop (grande flessibilità ma possibili ripercussioni a livello di compatibilità delle applicazioni). Lasciando perdere il discorso mobile, dove Android la sta facendo da padrone nel settore degli smartphone (grazie alla grande disponibilità di modelli a basso costo, anche se spesso non aggiornati nel software) ma pare arrancare un po' nel settore dei tablet (dove si sente la mancanza di app specifiche), nel campo dei computer più tradizionali la strada di Android è molto in salita, senza considerare che non è detto che Google abbia un interesse diretto per l'utilizzo di Android in questo settore, dove forse vuole giocarsi ancora qualche carta con ChromeOS. In tal caso, però, a giudicare da quanto visto finora non ci sarebbe nessuna convergenza.
Parlando più nello specifico dell'interfaccia (argomento principale di questo commento) non vedo particolari motivi per cui una persona dovrebbe preferire un sistema rispetto ad un altro: anche se gli approcci che abbiamo visto sono completamente differenti, la scelta del sistema continuerà ad essere fatta in relazione al software di cui ogni persona ha bisogno. Proprio per questo motivo Microsoft, nonostante la sua posizione attuale di stretta minoranza nel settore mobile, potrebbe avere ancora molto da dire sui tablet dopo l'avvento di Windows 8, sistema che per forza di cose si diffonderà a partire dai computer tradizionali ma troverà modo di permeare anche altrove. A parità di disponibilità di software e servizi (qui non ne abbiamo parlato, ma il futuro si giocherà in parte anche sul cloud) la scelta diventa più personale e ognuno può avere le sue preferenze o le sue abitudini, oppure basare la sua scelta sulla migliore compatibilità con ciò che già possiede.

Difficile dire, alla lunga, quale soluzione sarà vincente, senza considerare che in questa lotta a tre potrebbe inserirsi un ulteriore incomodo, quel WebOS che diventando open source potrebbe trasformarsi in un'alternativa interessante per tutti quei produttori che non sono legati né a Microsoft (come Nokia) né a Google (come Motorola). Se gli operatori non sono molto soddisfatti del sistema proposto da Microsoft (situazione che potrebbe cambiare con Windows Phone 8), e i produttori dovessero sentirsi minacciati dall'acquisizione di Motorola da parte di Google, WebOS potrebbe ritagliarsi un suo spazio e iniziare a crescere, anche se potrebbe essere un po' difficile coordinarne lo sviluppo.

L'ipotesi migliore è sempre quella di un mercato equamente diviso tra le varie possibilità, così che l'utente possa realmente scegliere la soluzione migliore per le proprie necessità senza trovarsi in una posizione di minoranza o di carenza di software. Per tirare le prime conclusioni in merito a questo argomento credo che dovremo aspettare un altro paio di anni, e valutare il reale impatto che avranno i tablet sul mercato: è arrivata davvero l'era Post-PC?.

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